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Ciao ciao pannolino!

Un mese fa circa abbiamo iniziato l’operazione spannolinamento, da allora Chiara ha fatto grandi progressi ma c’è ancora tanta strada da fare prima di salutare per sempre il pannolino!

Educare il bambino al vasino è un passo importante verso la sua indipendenza, è una tappa fondamentale nel percorso di crescita che comprende due processi: imparare a fare i bisogni nel vasino e abbandonare l’uso del pannolino. Proprio un gioco da ragazzi!

Tutto è iniziato da una richiesta di Chiara, mi chiedeva di togliere il pannolino, di fare la pipì nel water e di pulirsi da sola con la carta igienica (imitando noi grandi), inizialmente non faceva realmente pipì, era solo un gioco… poi è arrivato il giorno che l’ha fatta nel vasino e festa fu! Ogni pipì e cacca nel vasino è una gran festa, una conquista, un passo avanti nello sviluppo dell’autostima e della fiducia in se stessa.

E’ una tappa delicata, quindi nervi saldi e pazienza, perchè l’educazione al vasino va condotta senza rimproveri, punizioni, minacce e scenate… in tranquillità! Aiutoooo!

Autori moderni, come Tracy Hogg, sostengono che l’educazione al vasino sia un processo  che non va rimandato troppo. Attendendo i 24 mesi per togliere il pannolino si va incontro al periodo dei terrible two, quello dei capricci, in cui il bambino tende a dire no per tutto (il periodo che stiamo vivendo noi con Chiara), nel quale è più probabile che si sviluppino dinamiche oppositive perchè la piccola personalità si sta formando. L’autrice consiglia di iniziare a partire dai 12 mesi, proponendo gradualmente il vasino senza insistenza, inserendolo nelle attività quotidiane. Chissà con un altro figlio magari anticiperò…

Da una ricerca scientifica recente è emerso che lo status sociale delle madri e la loro istruzione è direttamente proporzionale a una maggiore età di spannolinamento: più i genitori sono istruiti e dispongono di una certa sicurezza economica e più tendono a ritardare lo spannolinamento, nonostante ci siano segnali di prontezza del bambino (dati “Jornal de pediatria”, 2008). L’ostacolo centrale sembra essere relativo alla “mancanza di tempo” da dedicare!

Nel momento in cui ho deciso di partire, carica ed ottimista, ho fatto le seguenti cose:

  • mi sono documentata, vi consiglio il libro “Via il pannolino” di Elena Dal Prà;
  • ho aspettato che Chiara finisse l’asilo e ho preso un periodo di congedo parentale;
  • ho acquistato un comodo vasino, pannolini a mutandine (ho scelto i Libero), tante mutandine di cotone, ciabattine in plastica (tipo tipo Crocs);
  • ho scelto un libro di accompagnamento per Chiara “Topo Tip. Ciao ciao pannolino”.

 

Dopo tante pipì (e non solo) asciugate in giro per casa, cambi di Chiara ovunque, l’ottimismo è un po’ calato, ma la voglia di raggiungere l’obiettivo è cresciuta. Ci vuole tanta calma, delicatezza, forza e “capacità di rimanere in silenzio”.

Trovo che i nemici più grandi dello spannolinamento siano la mancanza di tempo e la difficoltà di mantenere una routine quotidiana. È vero che nei mesi estivi lo spannolinamento risulta essere più facile perchè le temperature consentono di avere i bambini quasi nudi e i genitori hanno più tempo da dedicare loro, ma sono mesi di vacanza, dove si trascorrono le giornate al mare (e la pipì si fa dove capita), in viaggio, con i nonni, dove non si ha un vasino a portata e una routine quotidiana.

Per cui trovare il tempo da dedicare,  ossia “convincere” Chiara ad accomodarsi sul vasino, leggerle libri mentre tenta di fare i suoi bisogni a volte diventa un’impresa difficile, così come rispettare una “routine da vasino” (ossia andare sul vasino in momenti più o meno prestabiliti, ad esempio al risveglio, dopo la colazione, prima delle uscite). Rispettare la famosa routine è molto importante perché rassicura i bambini, li fa rilassare e quindi “liberare” più serenamente.

Da pochi giorni Chiara prima di uscire fa la pipì, così non le mettiamo il pannolino durante le uscite, fino ad ora nessun incidente per fortuna! Metterla nel seggiolino della macchina  (sappiate che esistono traversine impermeabili) e nel marsupio con la sola mutandina richiede coraggio… occorre sconfiggere l’ansia da incidente, quindi mai dimenticare il kit di ricambio completo (mutandine, pantaloncini, maglietta, salviettine e bustine!). Poi se siamo fuori casa, non abbiamo il tempo di trovare un bagno e proprio scappa dobbiamo augurarci che attorno a noi ci sia tanta natura!

La capacità fisica di controllare i movimenti intestinali e della vescica è associata psicologicamente alle emozioni legate al trattenersi o a lasciarsi andare; il collegamento tra mente e corpo è molto forte quando si tratta della salute intestinale e lo stress emotivo può influire sull’attività dei neurotrasmettitori che regolano le funzioni degli sfinteri, come cambiamenti nella dieta, nell’ambiente, nei rapporti interpersonali.

Per cui i bambini più si sentono rilassati e sicuri e più riusciranno a liberarsi serenamente.

Non è facile assumere il giusto atteggiamento, di tanto in tanto ricordo a Chiara che deve fare la pipì, senza opprimerla… cerco di non essere asfissiante anche se mi verrebbe di invitarla a sedersi sul vasino ogni 10 minuti per evitare incidenti!

L’abbandono al pannolino è innanzitutto una questione di comunicazione, migliore sarà la comunicazione che abbiamo instaurato e più facile e veloce sarà renderlo indipendente dal pannolino.

Per cui mettiamoci in ascolto, abbassiamoci al loro livello, anche fisicamente, osserviamoli e ascoltiamoli!

Ci sono momenti in cui vorrei urlarle di fare la pipì nel vasino, ma d’altronde sono stata io a volerle mettere il pannolino, quindi cerco di mettermi nei suoi panni, finora ha sempre fatto i suoi bisogni senza avvertire, in piedi… all’improvviso si ritrova senza pannolino e a dover imparare a farla altrove… un gran bel stravolgimento di vita! A parte tanta pazienza ci vuole empatia, sensibilità e delicatezza.

Studi dimostrano che il bambino raggiunge la maturità sfinterica intorno ai 2 anni di vita, quasi tutti riescono a stare asciutti tra i 2 e i 4 anni; quando l’educazione al vasino inizia a 2 anni possono trascorrere dai 3 ai 12 mesi prima che il bambino sia indipendente. Questi sono dati statistici, sappiamo bene che sono orientativi, da interpretare, perché ogni bambino ha la sua storia e il suo grado di sviluppo!

Vi lascio con qualche consiglio per vivere questa fase in maniera “responsabile” e più easy. Durante l’educazione al vasino capiterà di trovarsi a pulire incidenti sul pavimento, sedie, divani, non serve ricorrere a prodotti aggressivi, si possono usare sostanze semplici, biodegradabili, che rispettano la salute del bambino e dell’ambiente.

L’aceto per esempio è un ottimo detergente per i pavimenti e per togliere i cattivi odori, è commestibile ed anche economico! E per lavare la gran quantità di biancheria vi consiglio il percarbonato di sodio, un’ottima alternativa ai normali detersivi a base di cloro, che aimè sono strainquinanti.

Scegliete un vasino comodo per il vostro bambino ma anche per voi, che sia semplice la lavare intendo. Io ho scelto quello della Ok Baby, ma vi consiglio anche Baby bjorn e il vasino Ikea, tutti con vasino interno facile da estrarre e pulire.

Scegliete libri da leggere sul vasino, che accompagnino i vostri bambini e voi in questa fase così delicata della loro crescita, ecco quelli che ho individuato:

  • “Topo Tip. Ciao ciao pannolino”, di A. Casalis;
  • “Leo usa il vasino”, H. Amant;
  • “Le piccole avventure di Margherita – il vasino”, di A. Modere;
  • “La cacca, storia naturale dell’innominabile”, di N. Davies;
  • “Anna impara ad usare il water”, K. Amant;
  • “Mi scappa la pipì”, A. Martin;
  • “Il mio vasino”, di R. Pagnoni;
  • “Caccanimali”, B. Charlat;
  • “Voglio il mio vasino”, T. Ross.

Buon spannolinamento e buona estate a tutti noi!

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